mercoledì 29 maggio 2013

L' azienda che vietava i libri

Tutto quello che vi sto per raccontare, anche se puo sembrare una qualche scopiazzatura da un racconto di fanascienza distopica, è tutto vero e mi è successo personalmente. Tralascerò nomi e di persone per tutelare la loro privacy e il nome dell' azienda per cui lavoro non per tutelare la sua privacy, di cui francamente non me ne frega un cazzo di tutelare visto che "Lei" non lo fa con noi "Suoi" dipendenti, ma più che altro perchè mi vergogno io stesso di lavorare per degli imbecilli del genere. L'antefatto all'annedoto che sto per raccontarVi è strettamente correlato sia alla mia situazione lavorativa (pressochè sfruttato, paga da miseria, mancato riconoscimento delle skills personali, demansionamento e altre care cosucce) sia alla logica del profitto che la mia azienda cerca in tutti i modi di mandare avanti anche a discapito del singolo lavoratore, nonostante poi si autocelebri nei giornali come azienda all'avanguardia del campo del benessere del lavoratore stesso. 
In seguito ai miei vari spostamente come risorsa (ma non ero un dipendente?) circa un mesetto fa vengo nuovamente demansionato (anche se quando l'ho fatto notare al mio responsabile ha detto che praticamente io non capisco un cazzo) e spostato su un altra grossa campagna che la mia azienda lavora per un enorme cliente italiano operante nel settore dell' energia. Quindi da gestire il secondo livello (quindi tutte quelle pratiche amministrative proprire di un Back Office) sono stato amorevolmente passato al primo livello quindi all' assistenza clienti. Questo vuol dire mettersi la cuffia in testa e interfacciarsi con il cliente medio italiano. Il motivo del mio trasferimento ? Beh la mia azienda deve assolutamente centrare un obbiettivo dato dal cliente per cui lavoriamo in outsorcing per avere un notevole guadagno economico, che spiegato in parole povere vuol dire che sfrutta i suoi dipendenti senza offrire incentivi per un determinato periodo perchè deve prendere un sacco di soldi che finiranno nelle tasche di quei simpaticoni dei nostri competentissimi dirigenti. Questo vuol dire raggiungere determinati livelli di servizio con obbiettivo giornaliero, quindi tutti al pezzo e operativi, ma proprio tutti anche io che lavoravo altre cose per altri clienti. Quindi cuffia in testa e via. Adesso se il cliente non ti chiama tu sei fermo a guardare un monitor, e dopo i primi minuti in cui hai memorizzato ormai tutti i particolari dei meravigliosi sfondi di XP inizi anche a sbriciolarti i maroni, e visto che il cellulare non lo puoi guardare perchè è contro il regolamento (applicabile ovviamente solo per i dipendenti perchè i supervisori ci giocano e ci smanecchiano di continuo) inizi a sentirti esattamente come quando sei in bagno e non hai niente da leggere e ti attacchi perfino alla composizione chimica del Fructis. Io che mi sento sempre in controcorrente ho iniziato a portarmi un libro da leggere, così in questi casi mi metto li attendendo che un cliente mi chiami e nel mentre leggo il libro. Adesso, se analizziamo il mio comportamento in piena logica aziendale io leggendo non chiacchero con il vicino non mi alzo e non perdo tempo in minchiate, sono li fermo che aspetto una telefonata come un moderno monaco zen. Invece sono stato richiamato all'ordine. Mentre ero li che leggevo è passata una Team Leader molto brava e competente (ha due bocce così che nella mia azienda è sempre sintomo di estrema bravura e competenza) che mi ha ripreso dicendondomi "il libro mettilo via". Io sono rimasto due o tre secondi incredulo e alla fine ho risposto "ma è solo un libro. Non sto cazzegiando, sto solo leggendo un libro. E' cultura". La sua risposta non si è fatta attendere "eh lo so hai ragione. Lo penso anche io. Ma se passa la responsabile e ti vede?". Ah si lo pensi anche tu che un libro sia cultura? Beh dall' uso improprio che fai del tuo profilo di Facebook e delle foto ad esso collegato direi proprio che tu e la cultura non vi siete mai incontrati neanche per sbaglio. E se passa la responsabile sarei proprio felice di risponderle "E' solo un libro" e poi le chiederei di citarmi il paragrafo del così famoso regolamento aziendale in cui è espressamente indicato che io in postazione non possa leggere un libro se non ho un cazzo da fare visto che la mia stessa azienda mi ha demansionato e mi ha messo li ad aspettare che la gente mi chiami. 


Questa situazione di bradburiana memoria mi ha fatto riflettere un pochino. E penso quando ero al liceo che ci facevano studiare i grandi tiranni del passato che lasciavano volutamente il popolo analfebeta in modo che non potesse avere la conoscenza necessaria per ribellarsi alla sua misera condizione. Ed io l'ho rapportato alla mia azienda, dove la gente viene ottenebrata dal bar aziendale e dallo stipendio il 15 del mese e dove passa il poco tempo disponibile a lavoro a raccontarsi di unghie e capelli, scarpe e borse. 
Qualche giorno prima del mio richiamo verbale per eccesso di cultura, un mio collega mi ha visto leggere e mi ha preso in giro dicendomi "ma buttali via i libri, che fanno male qui dentro". 
Aveva pienamente ragione.


Che la Forza sia con Voi